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MessaggioTitolo: CONCLUSIONI   CONCLUSIONI Icon_minipostedDom Gen 06, 2008 3:31 am

CONCLUSIONI Bacio10

CONCLUSIONI

Dalle prime esperienze di imbecco sarà difficile calcolare la consistenza ottimale della pappa e la quantità da preparare in base al reale bisogno e accadrà sicuramente di buttarne via una certa quantità, ma con l'esperienza queste difficoltà saranno sempre meno evidenti e tutte queste tecniche diverranno più semplici da gestire, anche perché nel frattempo il nostro PAPPAGALLO sarà cresciuto, quindi si renderà più partecipe ad essere da noi accudito e inoltre, essendo nel contesto aumentata la consistenza della pappa (tipo yogurt, ma mai grumosa o secca), le fuoriuscite indesiderate di cibo saranno sempre più improbabili e nel contempo il numero delle imbeccate sarà gradualmente ridotto fino al completo svezzamento.

Lo svezzamento è la fase più delicata ed importante per la buona riuscita di tutto il nostro operato, ed è proprio in questo momento, cioè nella fase di svezzamento dalla pappa verso una alimentazione da adulto autosufficiente, che la maggior parte dei pappagalli perde parte del suo peso corporeo. Quindi solo il nostro attento controllo dell’intera situazione ci permetterà di accertarci che non rimanga a digiuno per molte ore, con conseguenze funeste e fatali in una fase così delicata quale è lo svezzamento.
Giunti alla settima/ottava settimana circa si potrà nutrire il pullo due volte al giorno sempre con la sua pappa ma con l'aggiunta di PANICO e un buon pastoncino all'uovo.
Si posizionerà il volatile, ormai ben cresciuto, in una piccola gabbia con due posatoi dei giusto diametro per la specie di pappagallo, posizionati ad una altezza medio/bassa distanziati tra loro e non nelle immediate vicinanze nelle pareti della gabbia poiché il volatile potrebbe rovinarsi il codrione in fase di crescita, inseriremo una mezza spiga di panico che si presta ottimamente per lo svezzamento infatti spesso è il primo ad essere mangiato, si tratta di un seme molto nutriente, tenero, di facile digeribilità e di facile sbucciatura. Metteremo anche una ciottola per l'acqua, una mangiatoia con un buon pastoncino e poi più avanti inseriremo misto semi e degli estrusi, anch'essi di consistenza morbida e di facile digeribilità, tutte caratteristiche che si prestano bene in questa fase.
Integrando comunque, lo diciamo ancora una volta, sempre tali nuovi alimenti con una o due imbeccate al dì di pappa e pastoncino all'uovo, tentando di abituare il piccolo (ormai grandicello nelle dimensioni reali ma non nello sviluppo) pappagallo ad accettare frutta e verdure, che comunque spesso verranno rifiutate categoricamente, ma che nel tempo si abituerà ad accettare come gradite ed utili al suo corretto sostentamento.
Si dovrà avere la massima attenzione a tutti i segnali di sofferenza fisica, ponendo rimedio immediato. Può accadere che il soggetto non accetti subito il nuovo cibo solido, rifiutando categoricamente qualunque alimento che non sia liquido; in questi casi, si dovrà continuare a somministrare una imbeccata al dì, ma contestualmente dovremmo continuare ad insistere nel dare al piccolo pappagallo una varia alimentazione da adulto, proprio per stimolarlo a nutrirsi da solo, fin quando non saremo certi che sia in grado di alimentarsi in modo del tutto autonomo ed indipendente.
Quando il nostro piccolo amico alato sarà diventato autosufficiente per quanto riguarda l’alimentazione ed il volo libero, sarà allora giunto il momento di trasferirlo in quella che sarà la sua nuova dimora, una nuova gabbia spaziosa ed accessoriata in modo del tutto appropriato, ma comunque senza esagerare nell’introdurre molti giochi o passatempi di dubbio valore fisico, anzi essi impediranno il volo ed il moto libero all’interno della gabbia, oltretutto se non sistemati adeguatamente ben presto si sporcheranno con le feci dell’uccello. Quindi si opterà per l’utilizzo di posatoi in plastica (o meglio ancora di legni naturali non tossici) di vari diametri e dell’introduzione di una corda naturale posizionata ad “U” larga, in questo modo si otterrà il giusto esercizio fisico, molto utile in fase di crescita del soggetto, tutto ciò per rendere meno penosa l’attesa delle ore di libertà non appena rientrati i membri della famiglia.
Il piccolo pappagallo dovrà essere maneggiato e coccolato da tutti i membri della famiglia anche non necessariamente durante le imbeccate, ma nei giusti modi, anche negli intervalli fra una imbeccata ed un’altra. In questo modo, il legame con gli esseri umani sarà più solido e oltretutto farà aumentare il grado di affetto anche a tutta l’intera famiglia.
Ricordate di scaldarvi le mani prima di tenerlo in mano, in quanto le mani fredde sono molto fastidiose e lo rendono indisponente.
Finalmente siamo giunti alla parte finale di questo nostro cammino nell’allevamento a mano dei pappagalli, un cammino non sempre facile, non sempre assente da problematiche, ma senz’altro seguendo con attenzione questi consigli, tale compito sarà stato reso meno arduo soprattutto per gli allevatori alla loro prima esperienza, che ricordo sempre molto difficoltosa, ma, che una volta ultimata, ci porterà ad avere un nuovo amico e compagno di vita nella nostra casa, uno splendido pappagallo.............................................
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