Cari tutti,
purtroppo è una patologia molto più diffusa di quanto si possa pensare, in quanto il decorso spesso è lentissimo e l'insorgenza anche dopo ANNI dal contagio, in concomitanza di stress di qualsiasi tipo:ambientali, alimentari, altre patologie, ecc.
Non c'è cura, per cui il soggetto è comunque destinato ad una lenta agonia e dovrebbe essere soppresso ai primi sintomi.
Il virus permane nel terreno per TRE anni, per cui un allevamento dovrebbe essere completamente svuotato e mantenuto vuoto per tale periodo, con periodici trattamenti di F10.
Penso che nessuna specie ne sia immune, anche se è più frequente nel collare, ma prob. solo perchè è uno dei più allevati e da molte generazioni.
L'esame va fatto sia sulla piuma che sul sangue, contemporaneamente, in quanto il virus potrebbe temporaneamente essere in uno dei due reperti a concentrazioni così basse da non essere individuabile, ma contemporaneamente aumenta nell'altro.
Le coppie che hanno frequenti problemi riproduttivi di vario tipo ( poche uova, poche feconde, poche schiuse e piccoli morti in varie fasi di sviluppo ) dovrebbero essere testate per la PBFD.
Una nota positiva è che penetra nell'individuo più facilmente durante le prime fasi di sviluppo, mentre individui adulti sono meno soggetti al contagio.
Per questo motivo il primo allarme in un allevamento è spesso dato da un'alta mortalità dei piccoli, seguito da una percentuale anomala di problemi alla prima muta.
Il dialogo è la miglior difesa: scambiando opinioni con Lello, lo scorso anno sono riuscito a contenere i danni di una partita di collari infetti, che dal Nord erano arrivati nel Salento.
Massimo.